La nuova disciplina degli scarichi idrici alla luce del decreto di semplificazione in materia ambientale -
Scarichi idrici e rifiuti liquidi
La depurazione delle acque reflue e il trattamento dei rifiuti liquidi
L'impresa agricola e l'utilizzazione agronomica
La responsabilità amministrativa delle imprese e degli enti derivante da scarichi non autorizzati,
alla luce del decreto n. 121/2011
Comprensiva di materiale didattico.
Informazione non inserita
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Riferimenti normativi.
La nuova nozione di scarico introdotta dal cd. 2° decreto correttivo del Codice.
Gli elementi essenziali del concetto di scarico.
I corpi ricettori.
Le vasche e le cisterne aziendali: scarico o deposito di rifiuti?
I rifiuti costituiti da acque reflue.
Le acque di scarico e i rifiuti liquidi.
I rapporti tra la normativa sulla tutela delle acque e quella in tema di rifiuti.
Le tipologie di acque reflue:
Le acque reflue domestiche, industriali e urbane.
La nozione di acque reflue industriali secondo i recenti orientamenti della giurisprudenza.
Le acque provenienti da:
da impianti di lavanderia.
un autolavaggio;
un’area di parcheggio;
un’attività di auto carrozzeria;
un’attività da autofficina meccanica;
un’attività di falegnameria;
un’attività di pasticceria;
un mattatoio comunale;
lavaggio di inerti, di pavimenti di un complesso industriale, di betoniere;
lavaggio dei piazzali adibiti allo stoccaggio dei rifiuti o dei mezzi adoperati per il loro trasporto;
lavaggio di cassonetti;
lavorazioni marmi;
piscine;
da un centro sportivo (campi da tennis, calcetto … …);
ristoranti ed alberghi.
L’assimilabilità delle acque reflue industriali a quelle domestiche alla luce del nuovo decreto di semplificazione ambientale – D.P.R. 227/2011
L’immissione occasionale e la tracimazione. Quale disciplina applicare?
Scarico discontinuo di reflui e scarico occasionale. La distinzione nell’evoluzione normativa e giurisprudenziale.
Le acque meteoriche e di dilavamento.
Le acque reflue assimilabili alle domestiche.
Le deleghe alle Regioni per l’emanazione di specifiche normative in materia di:
limiti di emissione degli scarichi;
assimilabilità alle acque reflue domestiche;
utilizzazione agronomica;
acque meteoriche di dilavamento e acque di prima pioggia;
autorizzazione allo scarico.
La disciplina autorizzatoria degli scarichi.
Gli elementi essenziali dell’autorizzazione.
Il potere discrezionale della pubblica amministrazione.
Tempi e validità dell’autorizzazione.
Il subigresso di un soggetto in un’attività economica già autorizzata: obblighi ed adempimenti.
La disciplina dei pozzi perdenti o assorbenti, tra normativa nazionale regionale e locale.
La corretta gestione delle fosse e delle vasche settiche.
Il regime sanzionatorio previsto dal Testo Unico Ambientale, alla luce delle modifiche introdotte dalla legge 25 febbraio 2010 n. 36.
Gli illeciti amministrativi e gli illeciti penali.
La mancanza di autorizzazione e il superamento dei limiti tabellari.
Circostanze esimenti.
Le regole del campionamento.
Particolari ipotesi sanzionatorie:
Il trasporto illecito dei rifiuti liquidi costituiti da acque reflue;
Lo sversamento dei liquami da autospurgo.
Le disposizioni del codice penale in materia di acque:
il danneggiamento (art. 635 C.P.);
il getto di cose pericolose (art. 674 C.P.)
la violazione delle norme di tutela del paesaggio (art. 181 del D. Lgs. n. 42/2004).
La responsabilità delle persone giuridiche derivante da scarichi non autorizzati, alla luce del decreto n. 121/2011
Il D. Lgs n. 121/2011, in attuazione delle direttive 2009/123/Ce e 2005/35/Ce ha introdotto nuove fattispecie di reati ambientali ed ha esteso, mediante modifiche apportate al D. Lgs. n. 231/2001, la responsabilità penale anche alle persone giuridiche.
L’impresa agricola e l’utilizzazione agronomica.
La fertirrigazione.
Gli effluenti di allevamento e le ultime novità introdotte dal D. Lgs. n. 4/2008.
Il Regolamento Ministeriale che disciplina gli effluenti di allevamento.
Le acque di vegetazione e degli scarti dei frantoi oleari.
La normativa di riferimento degli scarti dei frantoi oleari: la L. 11 novembre 1996, n. 574 e il DM 6 luglio 2005.
Le sanse umide e le sanse disoleate alla luce della recente giurisprudenza.
Le acque reflue provenienti da: imprese dedite alla coltivazione del terreno e alla silvicoltura; imprese dedite ad allevamento di bestiame; impianti di acqua coltura di piscicoltura; da laboratori di macellazione; allevamenti zootecnici; caseifici; allevamenti ittici.
Prontuario e modulistica.Ampio spazio ai quesiti.
Avv. Gaetano Alborino Dirigente di Polizia Municipale e del Settore Ambiente ed Ecologia. Cultore della materia Economia Aziendale presso la facoltà di Giurisprudenza dell'Università Parthenope di Napoli
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